ANNUSA I FIORI FINCHè PUOI
- vogliamo tuttaltro
- 25 lug 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Annusa i fiori finché puoi | terzo incontro pubblico,
Santarcangelo 14 luglio 2023.

Annusa i fiori finché puoi è un ambiente assembleare abitato da artistǝ della scena contemporanea italiana che insieme hanno scelto di prendere parola a partire dalle proprie esperienze di ricerca e sperimentazione su formati innovativi e modalità produttive indipendenti per aprire il confronto sull’evoluzione delle arti performative in un dialogo intergenerazionale e interdisciplinare con altre voci, artistiche e istituzionali.
Le questioni intorno a cui l’assemblea periodicamente si riunisce riguardano principalmente:
L’approfondimento – nell’attuale momento politico caratterizzato dall’emergere di una tendenza all’investimento pubblico sullo spettacolo commerciale piuttosto che su chi sceglie di assumersi un così detto “rischio culturale” – di meccanismi che permettano di sostenere progetti non completamente autonomi dal punto di vista economico, ma con forte impatto sul territorio e alto valore trasformativo dei linguaggi. Prevedere dunque finanziamenti che tengano conto della specificità delle modalità creative e produttive della scena contemporanea, per salvaguardarla dall’estinzione. Il che significa, da parte di compagnie e artist, di poter corrispondere a requisiti definiti su base condivisa.
● La proposta di un sistema più sano e policentrico in cui le grandi istituzioni teatrali non siano portate dal meccanismo dei finanziamenti pubblici a produrre in continuazione cannibalizzando il settore. Oggi i parametri ministeriali spingono i grandi teatri a creare dei circuiti distributivi chiusi in cui girano principalmente gli spettacoli da loro prodotti. Questo limita enormemente gli spazi per la circuitazione dei lavori delle compagnie di produzione (nuclei, gruppi, indipendenti). Ci sembrerebbe più sensato che le istituzioni teatrali si potessero concentrare sulla coproduzione e sull’ospitalità e che ai nuclei artistici venisse finalmente riconosciuta la centralità della funzione produttiva. Non sono forse le artiste e gli artisti le figure che creano le visioni intorno a cui tutto il sistema ruota? E la fecondità di compagnie, gruppi, collettivi e sodalizi artistici non andrebbe incentivata? Il gruppo di lavoro si propone, pertanto, come interlocutore per iniziative legislative che tendano ad un riequilibrio sostanziale delle risorse e delle rispettive influenze sul territorio.
● La messa in discussione del ruolo e la configurazione della direzione artistica così come si sono strutturati nei decenni, principalmente nei Teatri Nazionali: la visione apicale della posizione, la refrattarietà al ricambio generazionale, oltre alla presenza di figure quasi esclusivamente maschili, rappresenta un blocco alla sua possibile evoluzione e al conseguente miglioramento auspicato dei processi interni alle strutture. Questo ruolo, infatti, è fondamentale per definire le visioni di un teatro in grado di riflettere sempre meglio la complessità e la ricchezza della creazione artistica facendosene carico e proteggendole.
● La critica a un sistema iper-competitivo, in cui le risorse per la ricerca e l’innovazione sono scarse e c'è una fortissima disparità nell'assegnazione dei fondi tra le grandi strutture e le compagnie, gli stessi artisti sono posti nella condizione di dover utilizzare i propri talenti principalmente per la ricerca di un posizionamento. Ci chiediamo se tutto ciò non rischi di porre in secondo piano le più urgenti e sincere necessità creative e politiche. Il fulcro della discussione è uno studio che possa sfociare in una proposta di interlocuzione a livello normativo, in coordinamento con le associazioni di rappresentanza, al fine del riequilibrio delle funzioni della scena dal vivo.
● L’inizio di un percorso di riflessione sulla diversa efficacia che ha la stessa quantità di risorse economiche all'interno di un budget di produzione di una compagnia o di programmazione di un festival oppure all'interno di una grande produzione istituzionale o in una stagione di prosa di un grande teatro. La stessa quantità di soldi contribuisce a produrre un valore diverso nei due casi? E in che modo? Crediamo vada tenuto in considerazione il fatto che la scena dei gruppi indipendenti è molto produttiva e genera una circuitazione in linea con le esigenze del sistema attuale e intercetta un pubblico consistente.
● La costruzione di uno spazio di confronto tra le generazioni di artistǝ dove possono essere scambiate visioni, necessità e conoscenze sul funzionamento del sistema istituzionale e dei contesti professionali in relazione ai percorsi dei singoli e ai modelli di gruppo teatrale/compagnia/collettivo che abbia la funzione di mantenere viva un’area di ricerca fertile e necessaria nelle arti della scena dal vivo riguarda tuttǝ, artistǝ e pubblico in una trasversalità generativa: non è un caso che una parte consistente delle realtà che stanno animando “annusa i fiori” curano e gestiscono da anni festival o spazi indipendenti fondamentali alla sopravvivenza della “biodiversità” artistica.
● L’intento è quello di dare vita a un superorganismo – una formazione che abbiamo definito “cumulonembica” trasversale – che inizi a manifestarsi anche negli spazi pubblici, per affiancarsi alle realtà di rappresentanza, con le quali si è aperto il dialogo importante, da rinforzare. Crediamo che non serva continuare ad aspettare “passivamente” ma che si debba essere attrezzati e preparati in vista dell’uscita del nuovo regolamento, che si prospetta allarmante per tutte le nostre realtà artistiche. Serve abbandonare la consueta “gentilezza” e alzare il volume del dissenso.
コメント